sabato 2 febbraio 2008

THE ECONOMIST: "POOR ITALY!!!"

Riportiamo l'articolo apparso su the economist. La situazione è chiara a tutti, tranne a quel gruppo di 4-5 indefinibili. POVERA ITALIA. Noi lottiamo per la faiga, per un'Italia migliore.


"


Italy's government

Unsteady as she goes

Jan 31st 2008
From The Economist print edition

Italy has enough problems already: does it really need Silvio Berlusconi once again?

AP

ITALY is notorious for its perpetually changing governments. Between 1981 and 2007, it had 16 prime ministers, including some repeats, compared with Britain's four. Yet lately Italian politics had acquired a patina of stability. Under pressure from voters, its fissiparous parties had coalesced into recognisable blocks of right and left. The centre-right government of Silvio Berlusconi (pictured right) served a full five-year term; when the media tycoon was defeated at the polls by the centre-left in April 2006, the hope was that Romano Prodi (on the left) would also see out his term. It was not to be.

The upheaval triggered two weeks ago, when a tiny centrist party quit Mr Prodi's coalition, unseated the prime minister when he lost a vote of confidence in the Senate. After consultations, the Italian president this week has asked Franco Marini, speaker of the Senate, to form a short-term interim government. But Mr Berlusconi, hungry for power, is baying for an election as soon as possible. His commanding lead in the opinion polls suggests he would win, and return to Palazzo Chigi just 20 months after he left it (see article).

Everybody agrees that the last thing that Italy needs is another succession of fractious, short-lived governments.It could just about get away with them when growth was strong, and vibrant private enterprise, especially in the north, more than made up for a shoddy (and often corrupt) public sector and the sclerotic Mezzogiorno. More recently, though, Italy's economic prospects have worsened. It is the slowest-growing big economy in Europe; the south is barely moving forward at all. Spain has just overtaken Italy by the measure of GDP per head, say the statisticians. Italy's competitive sparkle has dimmed. And the OECD, a think-tank, finds that it has the most heavily regulated economy in the rich world.

The country, in short, desperately needs both stable government and painful economic reform. The question is how to get these things. In 2001 voters overwhelmingly backed Mr Berlusconi (rejecting this paper's view that his chequered business history made him unfit to lead Italy). But he squandered his opportunity, using up political capital to protect his media interests and fend off judicial cases against him, and dithering over economic reform. After a disastrous term, he left behind his own “poison pill”: a law to change Italy's electoral system back to one based largely on proportional representation. By the time Mr Prodi lost his confidence vote, no fewer than 39 political parties were represented in parliament.

The poison has thus done for Mr Prodi. Ironically, it is also hurting Mr Berlusconi, who finds it increasingly hard to control small parties in his coalition. Both sides agree that electoral reform is needed to strengthen big parties at the expense of little ones. Yet the smalls will resist, making it hard for any interim government to get a new electoral law passed. So the odds are that Italy is heading for a fresh election under the existing system. Mr Berlusconi seems likely to win—although Mr Prodi's successor as centre-left leader, Walter Veltroni, a popular mayor of Rome, may whittle down his lead.

In search of liberalismo

New election rules are needed if stable government is to return. But Italy's deeper problem is that so few of its political leaders are genuinely liberalising reformers. Mr Prodi's government cut public borrowing and improved tax collection, but proved too timid to take on the vested interests that always resist change. It left the public sector mostly unreformed. As the renewed Naples rubbish crisis confirms, it failed utterly to sort out the Mezzogiorno. A younger and more energetic Mr Veltroni might be bolder, but his reform credentials are untested and his grip on any centre-left coalition may prove no firmer than Mr Prodi's.

There is not a glimmer of hope that a returning Mr Berlusconi would prove a better bet than Mr Prodi. Judging by his record, he might be worse, starting by undoing the Prodi government's successful tax-collecting reforms. Mr Berlusconi has made clear that his first priority would again be to protect his own interests, by making it harder to use evidence from wiretapping in court cases. However successful he has been in business, he remains unfit for the job he covets. Poor Italy."



fonte : www.economist.com

http://www.economist.com/opinion/displaystory.cfm?story_id=10608386&CFID=5143505&CFTOKEN=5b12f3316d83de12-D54FEFE9-B27C-BB00-01439D5B9C1B5629

venerdì 1 febbraio 2008

Governo, che fare?

"Governo istituzionale, governo ad interim, governo morto, governo fino a giugno luglio agosto o elezioni subito o dopo o mai?" E' la domanda che impera ovunque, anche sui pacchi della carta igienica. La domanda che invece tutti dovrebbero porsi è: "Governo? chi? cosa?".

Sappiamo tutti che andare alle elezioni ora sarebbe un disastro.
Soldi per l'immensa macchina- pachiderma elettorale, sborsati da noi comuni cittadini; lavori rimasti a metà da cancellare, oppure da far continuare a qualcun altro che non ne sa nulla, ammesso che sia in grado di portarli avanti. Nuove consulenze, nuovi accordi, nuovi parlamentari, nuove indennità.... e ai vecchi parlamentari? tanti privilegi resteranno ugualmente, naturalmente, anche se decaduti.

Ma non perdiamo la speranza, in fondo c'è una pensione da raggiungere.

Ora, la domanda è:
indovinate chi se la piglia in quel posto a volte bello (se si parla di donne) ma terribilmente brutto se si parla di uomini?
La collettività naturalmente, nella quale ci sono io, ci sei tu, ci siamo tutti! Tranne qualcuno, ovviamente.

Con piacere notiamo che la Faiga prende sempre più forma, per dare speranza al paese.

Il detto dice:
"chi di speranza vive, disperato muore".
ma noi rispondiamo:
"chi di faiga vive, nella faiga muore".
Che tutto sommato è la morte + felice.

giovedì 31 gennaio 2008

Piu' Faiga, Più LEGGE.

Cosa è la faiga?
Un po' scherzo, un po' verità.
Un partito con questo nome ai più sembrerebbe impresentabile, ma pensando un attimo a cosa ci sia di presentabile nella scena politica italiana, allora tutto assume un significato diverso.
Mentre in riunione riflettevamo su come cambiare in meglio questo Paese Italia, su Internet abbiamo trovato una cosa che ci ha fatto sorridere. Leggete sotto.


LA DURA LEGGE DELLA FAIGA.
Ovvero: gli uomini sognano le fighe, ma poi si accasano con le madri di famiglia.



Caratteristiche principali della Faiga:

1-La Faiga
in estate non suda e in inverno non ha mai freddo.
2- La Faiga
non ha mai i piedi gonfi nemmeno con tacco 10, non le vengono le fiacche nè dolori tremendi che le provocano paralisi temporanee alle dita.
3- La Faiga
in inverno non usa sciarpe, il cappotto resta sbottonato, leggerissimo e sotto di esso indossa un semplice, costosissimo abitino sbracciato estivo.
4- La Faiga
cammina tranquilla sui suoi tacchi: selciato, scale ripidissime, corre, balla. Può rimanere in piedi per ore.
5- La Faiga cammina sempre a testa alta e quella merda di cane sa solo lei come riesce a schivarla ogni volta.
6- La Faiga spesso e volentieri si veste da demente, ma si sente una regina, una Naomi de noaltri e la gente la acclama.
7- La Faiga saluta solo le altre Faighe, i Faighi e gli spacciatori di coca.
8- La Faiga non esce con l’ operaio fuori casa mia.
9- La Faiga spesso e volentieri si dimentica di mangiare e spesso anche di dormire.
10- La Faiga non è mai stanca e alle 4 del mattino è ancora fresca come una rosa.
11- La Faiga generalmente è una stronza.
12- La Faiga è Faiga anche se è un cesso.

(fonte: www.malatoimmaginario.com)

martedì 29 gennaio 2008

lunedì 28 gennaio 2008

Perchè scendere in campo?

Quando un illustre politico mi chiese il motivo della mia discesa in campo, la mia risposta fu chiara. Serenità e felicità sono ciò che manca alla gente comune. La vita nelle ristrettezze non fa bene alla salute. Qualcuno in passato fondò dei partiti aventi come obiettivo l'amore e la felicità, ma nessuno riuscì a segnare con forza la realtà politica Italiana. Con questo obiettivo la Faiga scende in campo.

Una cosa è certa: la faiga piace. E piace non solo nel territorio dove questo fenomeno prende forma: piace ovunque, si percepisce nell'aria il comune interesse.

Erigiamo tutti insieme, uniti nella faiga, un nuovo modello di politica, seria, onesta, fatta da gente comune, che vuole cambiare una situazione divenuta penosa.
Nel prossimo post la lista dei ministeri.

Poichè la faiga nasce come momento di aggregazione verso l'unico centro possibile, tutti i commenti e le opinioni, i consigli e le critiche sono ben accetti. La faiga sei anche tu. O almeno, la vuoi anche tu.

A new era has come.

La politica si è spostata dal centro.

Destra, sinistra, la gente comune non riesce più a raggiungere la fonte del benessere già all'11 del mese.

Più faiga vuol dire più serenità, più sicurezza, più certezza.


Scegli Faiga, e punti dritto al centro.